“Non è tanto difficile fare un buono strumento quanto spiegare il perché lo sia.”
Roberto Upazzoli – CEO Phaselus S.A.
Spesso mi è stato chiesto come siamo arrivati all’idea di costruire chitarre quando il mercato è già saturo di strumenti di ogni tipo e prezzo e quando sembra che, su questo specifico strumento, non ci sia più niente di nuovo da inventare o da dire.
La risposta e’ abbastanza semplice: il movente e’ stato la richiesta dei musicisti.
Nonostante il mercato sia, come detto, inflazionato di strumenti di ogni tipo, la maggior parte di essi si orientano alle due filosofie “opposte” proposte dai due brand piu’ famosi, ovvero chitarre equipaggiate con due humbuckers o con tre single coils.
la nostra passione
Lo stretto contatto con tanti amici chitarristi professionisti e la loro continua lamentela circa la necessità di dover sempre portare appresso più strumenti, mi ha fatto comprendere che il mercato presentava comunque ancora un “buco” e cioè la mancanza di quella che uno dei citati amici professionisti descriveva come “la chitarra universale”, lo strumento in grado di dare dal vivo il massimo della flessibilità spostandosi dai suoni tipicamente humbucker ai suoni tipicamente single coil. Certo esistono sul mercato vari tipi di guitar synth o di strumenti che utilizzano suoni campionati per replicare i modelli vintage dei marchi più famosi, ma il limite di tutti questi strumenti sta nell’essere dei cloni sintetici.
Da un lato, quindi, i suoni non sono veramente naturali e realistici, dall’altro questi strumenti mancano poi di una personalità propria. Dallo stretto contatto con i musicisti, dalla collaborazione, dai loro continui feedback, suggerimenti e perfino dalle loro critiche è nato quindi il concetto Langardo: una chitarra basata sulla flessibilità.
Lo scopo è stato raggiunto utilizzando nella maggior parte dei modelli, tre pick ups: 2 humbucker splittabili abbinati ad un single coil centrale e, come opzione, addirittura un piezoelettrico al ponte o un’espansione midi. La forma del body, che richiama quelle dei marchi più famosi non è quindi da identificare con un tipo di suono, ma è stata scelta solo affinché il musicista abituato ad un determinato strumento si trovi a proprio agio per quanto riguarda pesi e proporzioni. E questa è una delle maggiori difficoltà: far capire al grande pubblico che non si è di fronte all’ennesima copia di uno strumento più conosciuto, ma a qualcosa di “originale”.
il nostro prodotto
la nostra visione
Abbiamo quindi cercato di realizzare degli strumenti che unissero il massimo livello possibile di qualità ad un prezzo onesto. È chiaro che non si tratta di strumenti economici, in quanto destinati ad un uso professionale e in quanto ricercati in ogni dettaglio della componentistica, che deve essere ineccepibile. I nostri strumenti risultano cari a prima vista se paragonati alle serie standard dei concorrenti, ma vanno però per performance paragonati alle serie “Custom” e, in rapporto a questi presentano un prezzo che, in media è vicino alla metà. Oltretutto le nostre chitarre sono prodotte in piccola serie e non in grandi stock. Il nostro stock è diviso tra due filosofie di suono: una linea con un suono più moderno e aggressivo che monta pickup ceramici JBE (ex Joe Barden) e una linea più vintage che monta pickup AlNiCo rigorosamente artigianali, prevalentemente Flametone.
Ogni strumento ha poi una vasta serie di variabili a scelta del cliente, a partire dal tipo di ponte, di meccaniche, di wiring, cosicché, in pratica, ogni strumento è un pezzo unico. Ma se gli abbinamenti proposti non dovessero esservi sufficienti, avete la possibilità di richiedere uno strumento Full Custom, realizzato su misura per voi secondo le vostre specifiche e con i materiali e le componentistiche da voi scelte.
Tutti i nostri strumenti vengono costruiti in Repubblica Ceca con legnami di origine certificata, selezionati dai nostri liutai. Vengono poi uno per uno ricontrollati e settati in sede dai nostri tecnici prima della consegna al cliente finale. Gli inlay sono volutamente in materiale sintetico per evitare le restrizioni imposte dalla convenzione di Washington sulla protezione delle specie animali e vegetali.